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Episodi di Derealizzazione

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    Negli ultimi due mesi ho sofferto di tre fenomeni che secondo il mio psicologo possono essere definiti come episodi di derealizzazione.
    Quello di ieri però è quello che mi ha più spaventato, perché rincasando mio marito mi ha trovato che vagavo per la casa in preda all'ansia cercando mia madre ovunque. Ha detto che ero calmissima, e convinta che mia madre abitasse proprio lì con noi, cosa non vera.
    Io di questo episodio non ho memoria.
    Negli altri due invece mi sembrava di osservare un'altra me, stessa età stesso tutto, però non ero a casa, ero all'università in attesa di sostenere un esame e chiacchieravo con altri studenti (loro sì in età universitaria). Poi sostenevo l'esame e andavo via tutta felice.
    Ieri sera ho mandato un messaggio allo psicologo chiedendo di poter anticipare la prossima seduta prevista per la seconda metà di settembre e spiegando quello che era successo. Mi ha richiamata subito, in video, e mi ha detto di tenere un diario di questi fenomeni, mi ha anticipato la seduta a domani ripetendomi di non preoccuparmi troppo perché la mia vita è talmente sottosopra in questo periodo che
    "sono cose che possono capitare", a maggior ragione avendone sofferto sporadicamente anche nel passato.
    A me non sembra tanto normale...
     
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    Il concetto di derealizzazione è un po' complicato perché ha alcune implicazioni.
    A volte salta la dimensione temporale per cui si vive passato e presente in un unico tempo, una sorta di "presente reiterato" o ricordato.
    Un'altra implicazione è l'arresto temporaneo della coscienza di ordine superiore, ciò che in questi momenti, resta attiva è quella che Damasio, Panksepp e altri hanno chiamato "coscienza nucleare" cioè lo stato di coscienza "non consapevole", non logica, che possiedono quasi tutte le forme di vita dotate di cervello e che è presente anche nella nostra specie. Il mantenimento dell'attività della coscienza nucleare ci permette di far di tutto, tranne che l'avere il senso temporale e la logica astratta.
    Questa seconda implicazione la si potrebbe descrivere come una sorta di dissociazione dalla dimensione temporale, storica e dal momento presente consapevole: ci sei ma in una sorta di stato di sospensione.
    La derealizzazione fa venir meno l’autodeterminazione volontaria e consapevole di sé. Chi la vive, ha la sensazione di essere uno spettatore che vede sé stesso da fuori e non può intervenire perché quel sé è come se fosse un’altra persona, un sé non sé.
     
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    Mareaovest
    Non ho capito quello che hai scritto. Secondo te l'ultimo episodio non era derealizzazione?
    Ti chiedo scusa, ma faccio fatica a capire scritti troppo complicati e con termini troppo tecnici.
     
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    CITAZIONE (BetteDavisEyes @ 21/8/2020, 11:13) 
    Mareaovest
    Non ho capito quello che hai scritto. Secondo te l'ultimo episodio non era derealizzazione?
    Ti chiedo scusa, ma faccio fatica a capire scritti troppo complicati e con termini troppo tecnici.

    In realtà facevo solo notare che la derealizzazione ha delle implicazioni, o meglio, caratteristiche implicite che sono riscontrabili anche a livello neurologico.
    In effetti è un tantino complicato da spiegare. Allora, Damasio, Panksepp e Trevarthen, tutti neurobiologi, descrivono la derealizzazione come un fenomeno di interocezione emotiva, cioè la percezione emotiva del proprio corpo, delle proprie viscere.
    Ora, la percezione del proprio corpo è una prerogativa di quella che chiamano "coscienza nucleare" (altri autori la chiamano "primaria"). Questa è un livello di coscienza preesistente allo sviluppo e comparsa di quella che vien chiamata coscienza di ordine superiore che, in parole semplificatrici, sarebbe quella che noi umani chiamiamo semplicemente "coscienza" e che è prerogativa esclusiva della specie umana.
    Queste due forme di coscienza, nell'uomo, coesistono e sono complementari con la differenza che senza la coscienza nucleare non potrebbe sussistere quella di ordine superiore ma non è vero il contrario. Ne parlo in questi due articoli:

    Ma cos’è la coscienza? 1° parte – la coscienza primaria

    Ma cos’è la coscienza? 2° parte - la coscienza di ordine superiore

    In altre parole, abbiamo due forme di coscienza, una che è riferita al corpo, l'altra che è riferita alla mente. La prima percepisce il corpo come qualcosa che avverte e che c'è, punto e basta; la seconda, una volta che la prima percepisce il corpo, è in grado di valutarlo, di pensarci su, di collocarlo nello spazio-tempo, di conferirgli una storia, di descriverlo.
    Infatti, le altre specie animali, dotate di coscienza nucleare, percepiscono il proprio corpo, lo sentono, ma si fermano quì. Lo stesso accade anche per le emozioni; essi le sentono ma non sono in grado di descriverle, di valutarle, di pensarci su.
    Ora cosa succede negli episodi di derealizzazione? Avverti te stessa o gli altri come qualcosa di estraneo, come se tu fossi spettatrice ma mai attrice, oppure ti senti come se tu stessi fuori dal luogo fisico (casa, strada ecc) o fuori dal tempo o ambedue le cose. per cui, quando subentra il ricordo di qualcuno, non ti riesce di collocarlo nel luogo dove c'è realmente (vedi il caso su tua madre) o nel tempo reale e nel luogo effettivo (vedi il caso dell'università). In questa seconda tua esperienza il ricordo si tramuta in metafora, in una realtà fuori dal tempo oggettivo. L'episodio sull'università ha acquisito un linguaggio onirico che è interpretabile se si riesce a comprendere i, o il, significato metaforico dei vari elementi che costituiscono quella visione.
    Mi dirai, ma se la coscienza di ordine superiore è sospesa, perché ricordo l'episodio e quelle sensazioni? La memoria non si è sospesa, così come la memorizzazione, ma è possibile che qualche esperienza venga accantonata in una area di memoria a cui non hai accesso cosciente.
     
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    Mareaovest
    Grazie mille per il chiarimento :abbraccio:
     
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    Sei poi riuscita a chiarire con lo psicologo....cosa ne dice di questi episodi?
     
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    hekla 1491 Mi ha detto di stare tranquilla perché è una reazione del cervello alla mia situazione di vita attuale. Praticamente io trovo sollievo estraniandomi e cercando persone e luoghi che mi hanno fatta stare bene. Ora è vero che in questo periodo fisicamente non sto bene e sono oberata da problemi di natura pratica con in più mia madre che ha avuto un repentino aggravarsi delle sue condizioni di salute e quindi necessita della mia presenza in modo più assiduo (ma abita molto distante, quindi ogni volta è un mezzo trasloco), però a me questa cosa che mi succede fa paura. Per me non è tanto normale.
     
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6 replies since 20/8/2020, 06:47   112 views
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